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Ndrangheta: confermata confisca beni per 20mln. Anche bar Chigi Roma

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07 Maggio 2014 – 09:34

(ASCA) – Roma, 7 mag 2014 – Con una decisione assunta il 23 aprile scorso, la Suprema Corte di Cassazione, rigettando l’impugnazione proposta contro la sentenza della Corte d’Appello di Roma in data 11/04/2012, ha definitivamente confermato il sequestro e la confisca dei beni operato nel 2011 dal Centro Operativo DIA di Roma nei confronti di Nicola Defina, pregiudicato per vari reati finanziari, fallimentari e truffa. Le indagini svolte a suo tempo avevano permesso di accertare che Defina aveva costituito un ”impero economico personale”, reinvestendo in attivita’ commerciali di vario tipo (centri estetici, negozi di calzature, attivita’ di ristorazione) e societa’ finanziarie con sede a Roma, i proventi delle sue attivita’ illecite, ricavati tramite la concessione a terzi di false garanzie fideiussorie, truffe ed altri reati di natura finanziaria. In tali attivita’, l’uomo si avvaleva del sostegno economico della compagna, anche lei pregiudicata, ex moglie di un pluripregiudicato, Domenico Greco, ritenuto contiguo ad elementi di primo piano della cosca della ‘ndrangheta dei Gallico di Palmi. Per nascondere il proprio patrimonio al fisco ed agli investigatori, Defina utilizzava prestanome di fiducia, sfruttando fraudolentemente lo strumento legale del trust, che consente di mantenere occulti i dati dei reali proprietari, intestando le attivita’ a societa’ di copertura. Scoperto il meccanismo, nel 2011 il Tribunale di Roma aveva disposto il sequestro dell’intero compendio patrimoniale di Defina e Greco composto da: una villa di 29 stanze a Formello; due appartamenti a Fiumicino; uno yacht di 21 metri; 11 autovetture; 90 tra conti correnti e rapporti finanziari; diverse societa’ intestate a prestanome e altre societa’ fra cui l’Adonis s.r.l., con sede a Milano via Amedei 4, societa’ che aveva assunto dal 2009 la gestione del prestigioso Bar Chigi, in Piazza Colonna a Roma; la Itties s.r.l., operante nel settore della vendita al dettaglio di calzature, con sede a Roma, presso il Centro Commerciale Parco Leonardo; la Beauty CityS.r.l. e la Beauty Plus S.r.l, operante nel settore della cosmetica e dell’estetica, ambedue a Roma, piu’ una serie di altre societa’ operanti nel settore dell’intermediazione finanziaria. Contestualmente il Tribunale aveva applicato nei confronti di Defina e Greco la misura personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno per la misura di tre anni, riconoscendo la loro pericolosita’ sociale. Il provvedimento del Tribunale era stato confermato dalla Corte d’Appello di Roma nel 2012, prima che la Corte di Cassazione, con la recente decisione dello scorso 23 aprile 2014, rigettando l’impugnazione proposta dal Defina, ponesse fine alla vicenda, rendendo definitiva la confisca dei beni da parte dello Stato. Nella mattinata di oggi, il personale del Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Roma, in Roma, Ardea, Formello e Fiumicino ha dato esecuzione al provvedimento. red/mpd/alf ASCA


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